Interviste e viaggi sui bus per sensibilizzare alla mobilità sostenibile.
In occasione della settimana europea della mobilità, sabato 22 settembre il Partito democratico di Chieri “proverà il bus”.
Durante la mattinata infatti i membri del partito chierese, in sostegno dell’iniziativa “Prova il bus!”, che ha permesso di viaggiare gratis, dal 16 al 22 settembre, sulle linee urbane 1 e 2 di Chieri intero percorso e sulla linea 30 dal capolinea di Via Gozzano alla fermata 2864/2863 Taricco e viceversa, saliranno sui mezzi pubblici per intervistare e raccogliere proposte dai pendolari.
«E’ solo una delle iniziative che stiamo mettendo in cantiere insieme all’amministrazione comunale per ridurre traffico e inquinamento – spiega Alessandro Sicchiero segretario del Partito Democratico di Chieri – L’obiettivo della settimana della mobilità è proprio promuovere ed agevolare nuovi stili di vita sotto lo slogan “Cambia e vai!”. Cambiare mezzo di trasporto, passando dall’auto alla bici, per poi prendere il treno, ma anche cambiare modo di vedere gli spostamenti».
Molti infatti optano istintivamente per lo stesso metodo di trasporto quando si spostano senza esaminare concretamente le caratteristiche del viaggio specifico: «Dare l’opportunità di usare gratuitamente il bus è anche un modo per sradicare abitudini talvolta dettate dalla pigrizia – considera Sicchiero – Sabato saremo proprio sui pullman per sentire come le persone abbiano recepito l’iniziativa, quali secondo loro possono essere i metodi per migliorare l’accesso ai mezzi pubblici e usare meno l’auto».
La riduzione dei costi dei biglietti e la maggior frequenza delle corse è sicuramente un punto di partenza: «Ci sono zone, anche di Chieri, in cui cui i servizi possono essere potenziati: le Maddalene ad esempio, Pessione, Airali. Il nostro obiettivo è riuscire a dare maggiori mezzi pubblici, come abbiamo fatto questa estate chiedendo l’implementazione delle corse verso borgata Maddalene, demotivando l’uso dell’auto. Un vantaggio per l’ambiente, per il portafogli e perchè no la socialità»
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