By Redazione
on 24 Settembre 2018
Sprar: secca e ferma la posizione del Partito Democratico di Chieri contro il “Decreto Immigrazione”
«Cancellare gli Sprar mette a rischio la sicurezza del nostro Paese, eliminando un modello di gestione dell’immigrazione preso a esempio persino all’estero. Una soluzione che porterà all’imbarbarimento della nostra società».
Secca e ferma la posizione del Partito Democratico di Chieri contro il “Decreto Immigrazione” che è arrivato in Consiglio dei ministri e vuole di fatto eliminare il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
«Siamo completamente contrari a questa presa di posizione che non è minimamente lungimirante e anzi rischia di peggiorare l’attuale situazione creando ghetti e fomentando insicurezze – si fanno portavoce Alessandro Sicchiero segretario PD Chieri e Manuela Olia referente alla politiche sociali e l’integrazione – Lo Sprar è un sistema di accoglienza diffuso che ha dato buoni risultati di accoglienza e che permette di arginare fenomeni di ghettizzazione dando l’opportunità di accogliere e far integrare queste persone con progetti che coinvolgono tutta la comunità».
La direzione del governo, però, pare essere quella di ridurre i permessi umanitari, diminuire le nuove cittadinanze, costruire nuovi centri per i rimpatri e chiudere gli hotspot per 30 giorni, anche per i richiedenti asilo.
Prosegue Olia: «A livello strategico è un decreto miope e discriminante. L’immigrazione è un fenomeno che necessita di scelte di lungo periodo, un approccio completamente opposto a quello portato avanti sinora verso i Paesi da cui l’immigrazione proviene e che con un decreto simile rischia solo di peggiorare».
Lo Sprar è entrato in vigore nel 2002 e in questo sistema di gestione i comuni coprono un ruolo essenziale: dopo il salvataggio, la prima accoglienza, il piano di distribuzione e la definizione di standard uniformi (tutti compiti dello Stato), i passi successivi alla formalizzazione della domanda di asilo del migrante passano alle amministrazioni locali. Quindi vengono garantite l’accoglienza, la protezione sociale, l’orientamento legale e l’integrazione, tramite finanziamenti statali.
Un progetto che ha dunque due risvolti: «Uno quello di integrare sin da subito i nuovi arrivi all’interno delle comunità e veicolare dei fondi ai Comuni consentendo quindi anche altre progettualità – entra nel merito Olia – Chieri ha un sistema di accoglienza basato sui Centri di Accoglienza Straordinaria della Prefettura che è strutturato sul manuale dello SPRAR. Grazie all’accettazione di richiedenti asilo ha ottenuto dal Governo fondi per il riconoscimento del lavoro di accoglienza, e con questi fondi ha potuto reinvestire in progetti per il lavoro e la ricollocazione di cittadini chieresi iscritti ai Centri per l’impiego, ma anche per l’emergenza abitativa».
Ma oltre alla questione amministrativa e organizzativa v’è poi la componente etica: «E’ un decreto che porta verso all’imbruttimento delle relazioni, è razzista e ingiusto -marcano i portavoce – Tratta persone povere e disperate come criminali. Non è degno della nostra Costituzione nè della storia nè del carattere del popolo italiano».
E’ quindi necessario fare un passo indietro: «Chiediamo al governo di ripensare a questa politica aberrante: abbiamo bisogno di provvedimenti razionali, equi e di lungo termine, che questo governo, accecato dall’odio e dal successo a breve termine, non è in grado di prendere».
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