L’ambiente comincia fuori dalla porta di casa, è l’albero che vediamo dalla finestra, l’aria che respiriamo andando al lavoro, il giardino pubblico di quartiere. E non si ferma al confine comunale, ma è un tutt’uno che va protetto per la qualità della nostra vita di tutti i giorni e per il nostro futuro. Nel chierese natura e
paesaggio devono diventare un sistema collegato per rendere il territorio più salubre e attraente, inserito in “Corona Verde”, progetto regionale per la rete verde dell’area metropolitana di Torino, dal quale Chieri è rimasta fino a oggi colpevolmente assente.
Gli spazi verdi devono essere il
giardino di tutti, anche di chi un
giardino non ce l’ha. A due passi da
casa, attraenti, curati, vivaci.
Occorre quindi riorganizzare quelli
esistenti, recuperare quelli
dimenticati (ad esempio il Bastione della Mina, l’area ex De Tommasi lungo le vecchie mura, il Parco Sud a Fontaneto). Gestirli con metodi nuovi, più efficienti e condivisi. Adottare un Piano e un Regolamento del verde pubblico
e privato.
Usare meglio l’energia, per
liberare risorse per altri scopi, ridurre l’inquinamento luminoso e dell’aria. Tetti fotovoltaici e verdi su edifici pubblici e privati. Illuminazione stradale e degli edifici pubblici con LED a intensità variabile.
Chieri è un esempio in Italia di ottima gestione dei rifiuti: riciclo
al 70% con la differenziata “porta a porta”, tariffe fra le più basse in Piemonte. La sfida non è finita: possiamo riciclare ancora di più e buttare di meno, puntando all’obiettivo “rifiuti zero”.
I corsi d’acqua sono una
ricchezza per il paesaggio e per
l’ambiente. La qualità dell’acqua e
delle sponde deve migliorare. È
fondamentale la collaborazione fra comuni vicini, con un accordo sul tipo del “Contratto di fiume”.
L’aria che respiriamo deve essere la migliore possibile. Dobbiamo controllarne la qualità e i dati devono essere pubblicati in tempo reale. Dobbiamo favorire abitudini a zero emissioni.
L’agricoltura del nostro territorio ha tutto l’interesse a un ambiente più sano. Un’agricoltura viva e attiva contrasta il dissesto dei terreni. Produttori, trasformatori, venditori, consumatori devono dialogare di più, essere parte di una rete. Bisogna promuovere i nostri prodotti più tipici e agevolare interventi migliorativi.
L’educazione ambientale è
fondamentale, ci rende cittadini più informati e consapevoli. Possiamo applicare al meglio le buone pratiche di
gestione del territorio, apprezzare e difendere la natura e il paesaggio.
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